Caparezza e Roberto Vecchioni: due concerti a confronto
"Noi viviamo al quinto piano di un palazzo. Sotto, il quarto, il terzo, il secondo, il primo piano e il piano terra non ci sono: c'è solo il quinto piano, retto da quattro stecchini. I piani mancanti sono la cultura. Non c'è più cultura: noi ci troviamo in alto, al quinto piano, ma non sappiamo perché."
- Roberto Vecchioni, 2018
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In questo periodo due dei più importanti cantautori italiani stanno tenendo i rispettivi tour estivi: da una parte Caparezza, rapper pugliese classe 1973 insignito della Targa Tenco nel 2014; dall'altra Roberto Vecchioni, cantante, scrittore e insegnante lombardo nato nel 1943 e vincitore di tutti i maggiori premi musicali assegnati nel nostro Paese.
Verrebbe da pensare che i concerti di due personalità così diverse per stile ed esperienza abbiano ben poco in comune, ma forse non è così.
Iniziamo analizzando le caratteristiche di questi tour.
Nelle sue date Caparezza regala uno spettacolo vario e "totale", unendo alla musica elementi provenienti dal teatro e dalla danza: la scaletta ripercorre quasi interamente la sua carriera, con costanti varizioni di genere e mood; lui e i musicisti cambiano spesso d'abito per meglio inserirsi nel contesto delle singole canzoni, mentre intorno a loro si scatenano ballerini, figuranti e scenografie in continuo mutamento. Caparezza corre, salta e interagisce costantemente con pubblico, colleghi e oggetti di scena, senza mai tradire i suoi quasi quarantacinque anni d'età.
Roberto Vecchioni presenta invece concerti più pacati e minimali: accompagnato solo da un chitarrista e dal celebre polistrumentista Lucio Fabbri al piano, al violino e al mandolino, alterna i suoi grandi classici a brani più recenti e particolari; intorno a lui, nuvole di fumo colorato da appositi fari costituiscono l'unica scenografia. Vecchioni, che ha da poco compiuto settantacinque anni, si dimostra pieno di energie, ma non disdegna di eseguire qualche pezzo da seduto di quando in quando.
A prima vista emergono due spettacoli molto diversi: in cosa consistono dunque le somiglianze?
I punti in comune di queste esibizioni sono sostanzialmente due.
Il primo è l'impegno sociale, caratteristica fondamentale di entrambi gli artisti, che in questi tour non manca di certo: Caparezza non perde occasione di ironizzare sul Ministero della Salute, sulla questione migranti e soprattutto sull'assenza quasi totale di contestazioni al giorno d'oggi, in contrasto con il '68, di cui ricorre il cinquantennale; Vecchioni fa invece riferimento alla classe politica, agli sbarchi di migranti e al tema dell'omosessualità con accenni più sottili, ma altrettanto efficaci. Entrambi si mostrano poi esplicitamente polemici contro la mancanza di cultura della nostra società.
È proprio la cultura il secondo e principale motivo di congiunzione tra i due tour e in generale tra i due cantautori: i testi e i discorsi di entrambi ne sono da sempre pregni, nel tentativo di far riflettere gli ascoltatori e invitarli a non accontentarsi delle proprie conoscenze, ma a studiare costantemente e ad andare a fondo nelle cose, in modo da poterle comprendere pienamente e non esserne quindi in balìa.
La mancanza di cultura è un problema attuale e preminente della nostra società e la musica cantautorale, una volta in prima linea per la difesa e la diffusione del sapere, si riduce spesso oggi ad esserne completamente estranea. Non sempre, però: qualcuno ancora fa la sua parte in quella che dovrebbe essere la prima delle lotte, in quanto solo la cultura può liberare dall'ignoranza, che è la peggiore e la più deleteria delle schiavitù.
Abbiamo bisogno di cultura: Caparezza, Roberto Vecchioni e altri esponenti della musica italiana e internazionale si pongono in difesa di questo principio e la speranza è che sempre più artisti delle nuove generazioni vogliano seguire il loro esempio.
Da dove iniziare:
- La rivoluzione del sessintutto (Caparezza, Le dimensioni del mio caos, 2008)
- Sono il tuo sogno eretico (Caparezza, Il sogno eretico, 2011)
- Mica Van Gogh (Caparezza, Museica, 2014)
- Argenti vive (Caparezza, Museica, 2014)
- Stranamore (Pure questo è amore) (Roberto Vecchioni, Calabuig, stranamore e altri incidenti, 1978)
- Chiamami ancora amore (Roberto Vecchioni, Chiamami ancora amore, 2011)
- Due madri (Roberto Vecchioni, Io non appartengo più, 2013)
- Esodo (Roberto Vecchioni, Io non appartengo più, 2013)