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Qualche aneddoto rossiniano


Molti sono gli aneddoti riguardanti artisti celebri, di ogni epoca, carattere, stile e nazionalità. Uno dei compositori che certamente ha fatto più parlare di sé fu Gioachino Rossini: il musicista ilare per eccellenza, simpatico, nato per scrivere opere buffe, buona forchetta e cuoco irrimediabilmente appassionato.


Vi farà piacere una spruzzaglia di aneddoti rossiniani, riportati da

G. Edoardo Mottini nel libro: “Con sette note”.


Un tale, vedendolo così ilare e pacifico, chiese al maestro se egli non avesse mai pianto in vita sua.

-Non direi,- rispose Rossini. -Aspettate però: ho pianto una volta da giovane, assistendo al fiasco d’una mia opera dalla quale mi ripromettevo di aiutare la mia povera famiglia.

-E poi? Mai versata una lacrima? Possibile?

-Non credo. Ma sì: anche una sera, in barca, sul lago di Como. Si stava per cenare e io maneggiavo uno stupendo tacchino infarcito di tartufi. Quella volta ho pianto proprio di cuore: il tacchino m’è sfuggito ed è caduto nel lago!


Un editore insisteva senza discrezione per avere dal maestro almeno qualche battuta.

Rossini gli mandò alcune pagine di musica con questo titolo: “Introduzione bacchica per bicchieri, piatti, fiaschi e padelle, con assolo di clarinetto.” Aveva così inventata la musica futurista.


Ecco i titoli d’alcune composizioni per piano, scritte da Rossini per passatempo, nella sua Villa di Passy: Valzer zoppo, Quattro antipasti, le Mandorle, le Nocciuole, Piccolo valzer sull’olio di ricino, Scontro ferroviario…


Rossini odiava e temeva il treno più che la morte. Se ne servì una sola volta, percorrendo la linea da Bruxelles ad Anversa: “Quando ci penso, -diceva- fremo ancora.”

Anche il gas gli faceva paura. Nel 1864 scriveva a una cantante: “Ho la gloria di dirvi che in tutta Parigi v’ha una sola casa illuminata ad olio, la mia.”


Il barone Rothschild mandò a regalare al maestro splendidi grappoli d’uva delle sue terre. Il maestro gli scrisse: “Grazie. La vostra uva è eccellente: ma poco mi piace il vino in pillole.”

Il barone capì e gli fece spedire un bariletto di vino famoso.


Alla morte di Meyerbeer, operista celebre e rivale di Rossini, un nipote di Meyerbeer compose una marcia funebre per lo zio e ne inviò una copia all’autore del Barbiere, perchè esprimesse un suo giudizio. Rossini lesse la partitura.

-Che ve ne pare?- chiese il giovane musicista, tutto ansioso.

-Francamente,- rispose Rossini -sarebbe stato meglio che la marcia funebre l’avesse scritta lui per voi.


La celeberrima primadonna Adelina Patti cantò davanti a Rossini la cavatina del Barbiere: “Una voce poco fa”, e la cantò con infinita grazia ma ornandola e cambiandola a modo suo.

-Brava! Bravissima!- esclamò Rossini. -Ma ditemi, di chi è questa musica? Per me è nuova del tutto!



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