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La breve ma straordinaria parentesi di Lili Boulanger


Non poche sono state nella storia le donne compositrici; di certo non furono tante quante i loro colleghi uomini (storicamente quello del compositore venne considerato un mestiere prettamente maschile), ma diversi sono i nomi di importanti artiste ad essere giunti fino ai giorni nostri. Si pensi per esempio a Barbara Strozzi (1619-1677), la cui estrosa produzione si inserisce nell’alveo della scuola monteverdiana e del primo barocco, a Maria Teresa Agnesi (1720-1795), protagonista musicale della Milano settecentesca e sorella della più celebre matematica Maria Gaetana, oppure a Maria Anna Mozart (1751-1829), detta “Nannerl”, sorella maggiore di Wolfgang Amadeus, o ancora a Clara Schumann (1819-1896), moglie del compositore Robert Schumann.

Oggi avrei però il piacere di parlarvi di una talentuosa compositrice francese che ebbe una vita tanto brillante quanto breve, e che si spense dopo soli 24 anni di vita.

Nata a Parigi in una famiglia che faceva il mestiere del musicista da almeno quattro generazioni, Marie-Juliette Olga Boulanger (1893-1918), soprannominata Lili, venne educata alla musica dal padre compositore e dalla madre cantante, dimostrando fin da subito un talento precoce grazie al quale fu in grado di leggere la musica già all’età di sei anni, ancora prima di imparare a leggere. Lo stesso Gabriel Fauré, amico di famiglia, meravigliatosi della sua precocità decise di impartirle le prime lezioni di pianoforte. La vita della bambina non fu però facile: nel 1897 erano incominciati a manifestarsi i primi sintomi di tubercolosi intestinale, la malattia dolorosa e incurabile che avrà per tutta la vita e che poi la porterà alla morte; nel 1900 invece subì il dolore della perdita del padre.

La responsabilità di sostenere la famiglia venne quindi affidata dalla madre alla sorella maggiore di Lili, Nadia, anch’essa valente musicista.

Oltre all’arpa, il violino, il violoncello e l’organo, nel frattempo Lili aveva iniziato a studiare il contrappunto con Georges Caussade, che vedeva anche tre volte alla settimana e con il quale, quando la salute non glie lo permetteva, prendeva lezioni per corrispondenza costretta a letto dalla malattia. Il suo più grande sogno era quello di vincere il “Prix de Rome”, prestigiosa borsa di studio che in caso di vittoria offriva, oltre a fama internazionale, un soggiorno di ben tre anni a Villa Medici, a Roma.

Per tale motivo si era iscritta nel 1909 alla classe di composizione di Paul Vidal, autorevole insegnante del conservatorio.

La sorella Nadia aveva invano tentato quattro volte di vincere il Premio di Roma, arrivando nel 1908 seconda classificata; Lili affrontò l’impresa nel 1912, ma la malattia la obbligò a ritirarsi.

Non demorse, e con la sua forza di volontà si iscrisse anche l’anno seguente: la sua cantata “Faust et Hélène” venne enormemente apprezzata, e così lei divenne la prima donna della storia a vincere il primo premio!

Il contrasto fra la sua fragilità e delicatezza e la sua forte volontà d’animo aveva stupito tutti, unito al suo straordinario talento.

Già nel 1908 era stata descritta infatti in un articolo di “La petite République” in questo modo: “Lili, la più piccola, non ha più di quindici anni. Molto alta, snella, tenue, ha gesti leggeri e vivaci, che smontano la noncuranza sognatrice di un bello sguardo, vago e distratto. Appena ristabilitasi da una lunga malattia, essa attende, in questo riposo di campagna, il pieno ristabilimento della salute, per procedere con il processo di fioritura delle sue doti sorprendenti, per il momento sospeso.”

Seguì il 16 novembre 1913 al Théâtre du Châtelet la prima esecuzione della cantata, che riscosse uno straordinario successo di pubblico e di critica.

L’inverno seguente la ragazza partì alla volta di Roma per un primo soggiorno di quattro mesi, abbreviato dallo scoppio della Grande Guerra, durante il quale iniziò a comporre i suoi Tre Salmi e la Vieille prière bouddhique (opere che concluse soltanto nel 1917).

A Roma, circondata da coetanei sensibili e conoscenze affettuose, passerà un periodo felice alla scoperta di tutto ciò che la Città Eterna offriva anche di divertente e socialmente interessante per la sua giovane età, fra cinema, gelaterie, e altri svaghi mondani.

A causa dell’afoso caldo estivo della capitale italiana preferì spostarsi in Lombardia prima, in Liguria poi e infine a Nizza, da cui proseguirà per ricongiungersi con la famiglia nella loro villa vicino Parigi.

Negli anni della guerra fu molto attiva non solo musicalmente ma anche socialmente: trovò infatti anche il tempo per fondare un comitato caritatevole interno al Conservatorio che, attraverso una vasta rete di contatti, potesse aiutare i suoi compagni di studio al fronte attraverso l’invio di razioni di cibo, vestiti e lettere.

Colta anche dall’amore, fra il 1915 e il 1916 fu sentimentalmente legata a Jean Bouwens, il figlio del tutore di lei e di Nadia.

La gioia durò però poco: il rapido progredire della malattia la costrinse sempre più spesso in quel letto che alla fine diventerà il suo letto di morte, dal quale detterà morente, alla sorella, la sua ultima composizione: il Pie Jesu.

Lili Boulanger morì il 15 marzo 1918, lasciandoci un elenco di straordinarie composizioni, che furono molte se si considera l’età a cui la ragazza lasciò questo mondo; composizioni di uno spiccato stile impressionista, figlie della migliore scuola di Debussy e impregnate di un gusto tipicamente francese, diatonico, pulito, armonicamente molto descrittivo, pieno di colori e di atmosfere ma privo del cromatismo wagneriano e delle densità armoniche tipiche della musica tedesca. Composizioni che bene esprimono la sua fede e il senso del sacro, che Lili aveva sviluppato attraverso la sincera e autentica educazione religiosa che aveva ricevuto dalla mamma, e che si palesavano nella scelta di soggetti cristiani e biblici per le sue creazioni, influenzate anche dalla mistica orientale.

Molte sue opere furono rimaste incompiute e tante altre vennero disperse, ad indicare forse la tragicità della sua breve vita.


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