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Rap Vs. Hip Hop, Indie Vs. Indipendente: quando distinguere aiuta a conoscere

Quante volte capita di sentire affermare "Ascolto musica rap!" o di vedere qualcuno vantarsi di contrastare il mercato musicale più commerciale supportando artisti indie?

Se nell'essenza queste affermazioni non sono del tutto sbagliate, per contro esse non sempre si rivelano corrette e rischiano anzi di condurre a luoghi comuni e a sommarie generalizzazioni. Basta tuttavia operare delle semplici distinzioni per conoscere meglio due culture incredibilmente sfaccettate e oggi in grande ascesa.

Rap Vs. Hip Hop

L'hip hop è un movimento culturale e un genere musicale nato a New York verso la fine degli anni '70 e i suoi pilastri principali sono il rapping, il Djing, il breakdancing e il graffitismo.

Il principale di questi elementi costitutivi è senza dubbio il rapping, tanto che spesso tale termine viene utilizzato come sinonimo di "hip hop", andando quindi a indicare il genere musicale nel suo complesso. Nonostante sia ormai largamente accettata, questa sostituzione rappresenta, se non un errore, quantomeno un impoverimento dei significati di queste parole.

Se "hip hop" indica dunque principalmente il genere, il rapping può essere definito una "tecnica vocale, che consiste nell'esecuzione di allitterazioni, assonanze e rime senza melodie".

Solo compiendo questa differenziazione si arriva a comprendere come le due cose possano sussistere indipendentemente l'una dall'altra: da un lato la tecnica del rap può essere applicata a qualsiasi tipo di musica, dall'altro l'hip hop può esistere anche in forma strumentale o fondersi con altri generi e pratiche canore. Nel primo caso troviamo come esempio lampante il lavoro del rapper e cantautore italiano Caparezza; per il secondo si possono citare i dischi strumentali del celebre disc jockey americano J Dilla e generi come il trip hop – iniziato nel 1987 dai Massive Attack –, che fonde l'hip hop con la musica elettronica e in molti casi si slega del tutto dal rapping.

Riducendo tutto a "rap", diventa più difficile cogliere la varietà di un'esperienza artistica molto ricca e invece il più delle volte considerata ripetitiva da chi vi si avvicina per la prima volta.

Indie Vs. Indipendente

La musica indie – suddivisa normalmente in indie rock e indie pop – nasce verso la metà degli anni '80 e si rifà all'etica DIY del punk. "DIY" è l'abbreviazione di "Do It Yourself" e indica il rifiuto per le grandi etichette discografiche, le cosiddette "major". "Indie" sta appunto per "independent" e il lavoro degli artisti vicini a questa linea di pensiero è di conseguenza autoprodotto o sostenuto da etichette minori.

Negli ultimi anni si è vista una notevole crescita commerciale della musica indie pop, che ha portato artisti come Calcutta, Lo Stato Sociale e i Thegiornalisti in cima alle classifiche.

Le major, fiutando la possibilità di un profitto considerevole, hanno iniziato a interessarsi al genere, acquisendo molti artisti ed etichette prima autonomi. In altri casi, sono le stesse piccole etichette ad essersi espanse: trainate dal successo dei loro protetti, sono arrivate a competere con il mercato delle major.

Questo ha portato la musica indie nel mondo del pop e del mainstream, allontanandola dalle sue origini.

Il termine "indie" indica dunque oggi due realtà molto diverse – quella ancora genuinamente indipendente e quella che di quest'indipendenza conserva solo il nome – ed è importante sapere a quale ci si riferisce quando si parla, poiché esse sono portavoci di filosofie contrarie e spesso divergono anche e soprattutto nella sostanza musicale.

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